Melinoi    

Sono ormai trent'anni che le sue vetrine, delicate e poetiche, costringono le passanti a fermarsi, fosse pure per un attimo, all'angolo di piazza S. Domenico. Adelaide Pagliaro apre infatti Melinoi nel lontano 1981, con la sorella Maria Pia, che in seguito si trasferisce in Olanda e intraprende la carriera di fotografa. L'idea scaturisce, come spesso accade, da una serie di casualità: degli amici che lavorano nel settore della moda, un'estetica ricercata e personale, un viaggio in Scandinavia durante il quale si lascia ispirare da un raffinato negozio di oggetti provenienti dalla Cina, che le suggerirà il nome misterioso di Melinoi et la compagnie chinoise e l'atmosfera rarefatta da ricreare nel suo spazio. Dagli abiti e dagli accessori che qui troverete traspare una grazia gentile che è la stessa di chi li sceglie; le donne che li indossano si riconoscono tra loro, anche se si incrociano soltanto per strada senza conoscersi, come abitatrici di un circo immaginario, lunare e sottilmente eccentrico, dove si uniscono colori neutri e linee e proporzioni insolite.

È un mondo totalmente al di là della moda, che rimane attuale e in qualche modo immutato nel corso degli anni. Io stessa conservo gelosamente ed indosso ancora degli abiti acquistati quando ero ancora studentessa universitaria (tanto tempo fa): il tempo non ha avuto il potere di renderli importabili e fuori moda e credo che resteranno attuali per sempre. Nel corso degli anni Adelaide ha imparato a rivolgersi ad aziende che diano garanzie di eticità nella lavorazione degli abiti, anche se questo può comportare un prezzo più elevato. Di fronte al primo Melinoi, entrando nel cortile di un antico palazzo, c'è da tempo l'Outlet di Melinoi, dove troverete abiti ed accessori a prezzi d'occasione e la moda maschile.

Tra le tante proposte di borse, cappelli, cinture, sciarpe, orecchini, bracciali... trovo particolarmente interessante la scelta delle scarpe, illustrata appassionatamente da Maria, che aiuta Adelaide a gestire l'Outlet: troviamo le avveniristiche Trippen, berlinesi amatissime in Giappone, dove hanno diversi punti vendita; uniscono al design futuribile (collaborano con importanti designers, come Issey Miyake) la garanzia della ecosostenibilità e della responsabilità sociale della produzione. Sono divertenti i modelli di chiara ispirazione giapponese, dove le scarpe poggiano su una piattaforma sostenuta da rialzi simili a quelli delle geta, le tradizionali calzature in legno. Poi ci sono le scarpe di El Naturalista, colorate ed eccentriche come solo le scarpe spagnole sanno essere; vengono prodotte con materiali biodegradabili e riciclabili e con tinte naturali; anche questa marca assicura un processo di produzione ecosostenibile nel rispetto dei diritti umani. Queste scarpe hanno la caratteristica di avere le suole con disegni diversi, uno per ogni modello e tutti molto belli: se per caso intendete lasciare un'impronta unica al vostro passaggio, ora sapete come fare!