Mater Matuta    

La nascita di questo bello spazio si deve ad una passione che si contagia da madre a figlio: da sempre Marina Mastellone durante i suoi viaggi compra pietre dure che poi monta a suo gusto, creando monili per la gioia non solo sua, ma anche delle amiche. Il figlio di Marina, Renato Maresca, osservando il successo crescente di quello che per la madre è solo un hobby, comincia ad appassionarsi: inizialmente la aiuta ad acquistare e a montare le pietre, poi decide che sarà proprio quello il suo lavoro e nel 2007 apre Mater Matuta.

Il nome nasce da uno strano connubio: c'è un'immagine che da lungo tempo accompagna Marina: è la riproduzione di un disegno di Matisse, acquistata venti anni fa durante un viaggio in Francia; un giorno, visitando a Capua il museo dove sono raccolte le mater matutae, rimane colpita dalla somiglianza tra il nudo di Matisse che tanto le piace e queste raffigurazioni arcaiche e affascinanti. Unendo queste due suggestioni, Renato sceglie il nome del negozio e l'immagine simbolo che troviamo sulle eleganti scatoline di cartone bicolore che usa per le confezioni.

Inutile dire che anche se l'attività è tutta di Renato, il consiglio e l'aiuto materno sono sempre apprezzati e ricercati, sia per i pezzi unici da loro creati che per la scelta di oggetti opera di artigiani orafi. Tutto quello che viene proposto, infatti, è una produzione artigianale, dalle collane di vetro soffiato agli oggetti d'oro e la preferenza va sempre ai pezzi unici. Tutto questo presuppone un lavoro di ricerca, che va dall'acquisto di pietre (sempre straordinariamente luminose) durante i viaggi o nelle fiere specializzate come Vicenza oro, al contatto con gli orafi e designers più interessanti, che spesso si propongono da soli, come un'orafa tedesca che vive in provincia di Salerno di cui mi parla Maria.

Non tutto è realizzato in Italia, ci sono oggetti che provengono da mondi lontani, come la Tailandia e il Mali: alcuni degli orecchini più belli vengono creati da un'orafa danese che vive sei mesi all'anno nel Mali e riprende dei modelli etnici rendendoli meno pesanti e più portabili. Nella galleria fotografica li vedete all'orecchio di Marilisa, modella per caso, che non si è fatta sfuggire l'occasione e senza farsi pregare, anzi molto, ma molto volentieri (si sa, la vanità è donna) per l'occasione si è provata l'impossibile...